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Un gol così

tardelli

Ma tu perché corri dietro a quel pallone? Perché? Perché quando sei lì e io sono libero non me la passi mai? Dai, vuoi fare gol, confessa! Non vuoi solo vincere, tu vuoi fare gol! Ci pensi tutta la settimana, ti vedi ricevere il passaggio e poi in un elastico, un dribbling e una lazzona fare gol ed esultare! Esultare, che dolce subdola rivincita nei confronti dei tuoi avversari con quegli occhi bassi, poverini. Poverini??? Poverini un cazzo! E poi… Poi vuoi farne un altro! Perché è bellissimo! Se non hai mai sognato di vincere all’ultimo secondo con un gol così allora sei uno di quelli che vanno al calcetto con le All-Stars! E di Storelli poi… proprio non ci siamo, non ce la puoi fare, non puoi capire, non capisci una mazza!

Conosco uno che ha preso gli antidolorifici per giocare la Storelli. Si dice di un altro che abbia attraversato l’oceano per lo stesso motivo, ma non sarà sicuramente vero, leggende metropolitane. Cazzate!

Io non ho fatto quel gol, ma ho esultato insieme ad altri quattro “over forty” come fossimo bambini. Che bomba! Se non ci fosse stato buio avrei corso come Tardelli ai Mondiali! In realtà voi non mi vedevate perchè c’era buio, ma io ho corso come Tardelli ai Mondiali! Per chi di voi ha le All-Stars erano quelli dell’82 e la maglia di Tardelli non era meno sudata della mia.

Ecco perché un gol così è buono!!!

Oggi non mi interessa più decidere se quello dell’altra sera era gol o no, è solo un piccolissimo dettaglio (https://nonsologol.wordpress.com/2015/07/07/il-lato-oscuro-del-gol/). Io ho esultato e goduto lo stesso. Perché voglio poter inseguire quel gol fino all’ultimo, nuovamente pronto a piangere o a esultare.

@RdL

Edicola Mondiale – dia 8

edicola mondiale 3

Adios! Ieri è stata una giornata storica per la Spagna. Re Juan Carlos abdica in favore del figlio e con lui le “Furie rosse” che abbandonano la kermesse mondiale dopo solo due partite. Sette gol subiti, uno realizzato (su rigore). Niente male.
Olanda e Cile hanno già in mano il biglietto per gli ottavi di finale. Bisogna solo decidere chi affronterà il Brasile al prossimo turno. Ma siamo così sicuri che il Brasile vincerà il suo girone?

“Godo come un maiale, il calcio è uno sport meraviglioso! Ti regala tanto ma ti può togliere tutto subito. Gli spagnoli hanno fatto peggio di noi in Sudafrica, come godo!”

“Beh, non è bello gioire dei demeriti altrui”

“E chi se ne frega, io godo lo stesso! Sai cosa possono farci gli spagnoli con il loro tiki kaka…”

“Si chiama Tiki taka”

“Si, quello lì, ci siamo capiti. Come lo vuoi chiamare sempre a casa devono andare…”

“E Inghilterra-Uruguay?”

“Anche questa è da vedere, chi perde va a casa subito! E io godo ancora…”
Ci vuol poco a rendere un uomo felice.

@lg.fiore

Edicola Mondiale – dia 7

edicola mondiale 1

Notte prima degli esami. Il suo il Messico lo ha superato alla grande, gettando una nazione nello sconforto e privando il gruppo verdeoro delle sue certezze. Lo 0-0 è perfetto per consentire ai messicani di continuare a credere nel passaggio del turno. La Russia di Capello pasticcia non poco, ma si salva, mentre il Belgio del parruccone Fellaini rimonta e batte l’Algeria.

“Brasil, ra ta ta ta ta ta, Brasil, Brasil, hai visto che figura? Sono contento per i messicani, modello Speedy Gonzales! Scappavano da tutte le parti!

“Però anche il portiere ci ha messo del suo. Senza i suoi interventi sarebbe stato tutto diverso.”

“Lui stava lì per parare e ha parato, ha fatto il suo, mica ha fatto gol. In quel caso sarebbe stato straordinario. Invece quello russo lo vedo già in Siberia, poveretto. Bella papera.”

“E il Belgio?”

“Forte quel parruccone! Gioca nel Manchester, mi è sempre piaciuto, soprattutto per il taglio di capelli, sembra Napo Orso Capo!
Per stasera prevedo divertimento. Se la Spagna non vince… Bye bye.
Mentre l’Olanda dovrebbe andare liscia con l’Australia. Vamos

@lg.fiore

Edicola Mondiale – dia 3

edicola mondiale 6

Ore 21:00 scendono in campo Spagna e Olanda per il remake della finale di Sudafrica 2010. Per gli olandesi in ballo qualcosa in più dei tre punti. Io sto guardando Harry Potter e la pietra filosofale con mia figlia. Una promessa è sempre una promessa. E poi sapevo già tutto, il “vate” aveva parlato…

“E allora che mi dici?”
“Che le furie rosse fossero bollite un po’ lo avevo intuito, ma che fossero stracotte no. Vedrai non passeranno neanche il turno, e se lo passano sarà sul filo di lana. Delle altre partite più o meno come previsto. Gli africani non decollano mai però! Il Cile invece sarà pericoloso per tutti.”

“E stasera?”
“L’Uruguay facile, anche se la Costa Rica gioca all’inglese. Poi giocano quasi in casa, loro lo sentono molto questo Mondiale. Le sudamericane andranno forte, vedrai. La Colombia ricca di talenti vince con la Grecia e noi facciamo 1-0 con l’Inghilterra. Quelli pensano solo a bere. È già tutto scritto.” Un signore intento a comprare Guida Cucina si lascia andare a un gesto scaramantico.

@lg.fiore

Edicola Mondiale – dia 2

edicola mondiale 4

Se il buongiorno si vede dal mattino non oso immaginare quando si arriverà a notte fonda. Entrando in edicola, con dribbling su due bambini intenti a scambiarsi le figurine del Mondiale, vengo investito da una serie di improperi rivolti contro l’arbitro della partita inaugurale.

“Ecco, ti sembra possibile che il mio pronostico possa cambiare a quindici minuti dalla fine per colpa di un giapponese? Ma in Giappone non giocano solo a sumo e karate? Avevo previsto tutto, tranne l’arbitro! La prossima volta mi informo meglio sugli arbitri prima di dirti il risultato finale.”

“E quindi adesso non mi dici come finiranno le partite di stasera?”

“Tranquillo, ho già studiato. Spagna-Olanda, grande classico. Finirà 2-1 per gli spagnoli, ma suderanno parecchio. L’onda arancione quest’anno farà bene. Robben, Van Persie su tutti. Poi arbitra Rizzoli, se non fa cagate va in finale come Collina. Ma che dico, in finale andiamo noi! Messico-Camerun, 1-1 partita bloccata, nessuno vorrà perdere per poi giocarsi tutto con la Croazia. I leoni d’Africa con Eto’o sono sempre temibili, anche se tatticamente giocano meglio all’oratorio qui dietro. E per chiudere Cile-Australia 2-0, doppietta di Sanchez, troppo più forti. In Australia meglio che tirano i boomerang!” Sayonara.

@lg.fiore

London calling – day 7

Strane sensazioni oggi. Da un lato tifare per gli italiani, nel bene e nel male; dall’altro abbandonarsi agli sport più disparati, anche se nessun azzurro aveva chance di medaglia. Canoa, scherma, ciclismo, ginnastica…è come se un telecomando impazzito decidesse per te guardando la Rai. Fermo restando la follia che Rai Sport 1 non trasmetta nulla durante i Tg, sono contento di non avere Sky e i suoi 10 canali perché avrei fuso il telecomando in tre giorni. Ci sono sport olimpici, e nulla più, purtroppo per loro. Ci sono sport che non hanno nulla di olimpico, sono qui per sbaglio. Ci sono sport che non sai perché non hanno più fortuna, visto che gli italiani vanno fortissimo, altri che invece vanno bene anche se gli italiani quasi non esistono.

Il fotogramma del giorno è la mano del nuotatore Adrian che per un centesimo batte quella di Magnussen nei 100 stile libero. 1 cm, forse 2, per un oro; una mano che si protende meglio di un’altra. Caso, bravura, o forse il destino chissà. Comunque le due mani protese sono l’istantanea del giorno.

Quella di casa Italia è la vittoria di Molmenti, nel giorno del suo compleanno, chiamato da Napolitano al cellulare. Uno sport assurdo pagaiare in mezzo alle rapide dovendo passare delle porte, alcune delle quali al contrario; uno sforzo incredibile della durata di un minuto e mezzo, sballottati dalle onde, e quindi anche dal caso. La cosa che più si nota al traguardo è la complicità fra gli atleti, che è come se fossero dieci amici che vanno a fare una scampagnata insieme e applaudono chi dei dieci sia il più bravo: c’è sempre molto da imparare – come spirito, e non solo – dagli sport dilettantistici, che poi tanto dilettantistici non sono, visti gli sforzi per allenarsi e competere in giro per il mondo. Un venezuelano batte un italiano campione nel mondo nei quarti, e vince la medaglia d’oro nella spada. Nuovi paesi avanzano, quelli vecchi non mollano. E’ bello anche così. Si globalizza anche lo sport, pur dominato da Cina e Usa nella maggior parte delle discipline ormai. Si globalizza anche l’esultanza: ieri un cinese esultava come un napoletano dopo una vittoria nella scherma. Cittadini del mondo olimpico, in fondo. Negli sport di squadra, alla fine i conti tornano sempre, vanno avanti le più forti. Non è così nel calcio però: già fuori la Spagna, l’Uruguay, la Svizzera; dentro Giappone, Honduras, Egitto, Corea. E’ sport fuori contesto, ripeto. Lo è anche il basket Nba, in verità, ma è come se gli Ufo calassero con un’astronave sul palazzetto dello sport, oggi hanno battuto la Tunisia di 50 punti, immagino sbadigliando. E’ stato divertente anche vedere il primo set di volley femminile fra Italia e Gran Bretagna, giocato punto a punto, quando fra le due squadre ci sono tre categorie di differenza. E nel volley il tifo non può bastare a colmare un simile gap.

L’ultimo pensiero non è per la Pellegrini, ma per il beach volley: viste ieri sera 10.000 persone e oltre assistere a una partita Italia-Austria giocata fino a mezzanotte: fermo restando il massimo rispetto per il beach, davvero qualsiasi cosa diventi sport olimpico diventa oro.

@aletozzi

Italia-Spagna e la profezia navajo

Domenica 1 luglio, ore 8:25. L’Arizona è un posto meraviglioso con un unico grande difetto. Si trova a migliaia di chilometri dall’Europa, dall’Italia e da Kiev.
Nel cuore della nazione navajo, attorniato da cactus e rocce infuocate (il termometro segna già trenta gradi) vivo le ore che mi separano dall’inizio della finale con finta indifferenza. Chi mi sta intorno non capirebbe. Provate voi a spiegare a un indiano cos’è una partita di calcio e chi è Balotelli. Il loro unico scopo in quel momento è rifilarmi qualche collanina o un paio di mocassini. Mi faccio infinocchiare con un cattura sogni (hai visto mai dovesse funzionare).
Ore 10:30. Manca poco più di un ora. Già penso alla strada che mi separa dal motel più vicino. Qualche miglia e anche io potrò scendere in campo. La temperatura sale (siamo a trentacinque gradi), c’è più sabbia rossa nelle mie scarpe che sul centrale del Roland Garros.

A qualche metro dalla jeep monster che mi porterà al motel vengo intercettato da una guida navajo. Mi guarda, mi sorride e commenta simpaticamente la mia tshirt. Sto al gioco e le spiego che si tratta di una maglietta propiziatoria. Tra poco la mia tribù combatterà contro i conquistadores spagnoli per interrompere la loro supremazia calcistica. Lei mi guarda e scuote la testa. “Brutta gente quella” mi dice. “Lo so” replico. Data la momentanea e comune antipatia per gli ispanici, azzardo e le chiedo un pronostico. “Guarda il cielo” risponde. “Ok, fatto, ma non vedo il risultato” ribatto. “Guarda il cielo” ribadisce. Poi mi congeda con un “Ciao Italia, ciao bello, buona pizza, mamma mia!”.
Ore 11:45. Calcio d’inizio. Mi trovo sulla jeep, l’immancabile giapponese di turno continua a fotografare ogni cespuglio o sasso che incontriamo (e non sono pochi). Io continuo a guardare il cielo cercando di interpretare le parole della guida. È decisamente azzurro, anche se ci sono delle nuvole. Pensandoci bene il suo non era un pronostico ma una profezia. Ancora poco e capirò.
Ore 12:15. Arrivo al motel. Senza dare nell’occhio mi dirigo immediatamente verso il bar per cercare un televisore. “Ma va a fanculo!!!!” cantava Piero Ciampi e gli italiani presenti in coro. Spagna-Italia 1-0. Non mi ci vuole molto per capire che non stiamo vedendo la palla. Mi ci vuole ancor meno per capire che assistere alla fine della partita al bar, tra incompetenti a stelle e strisce e simpatizzanti spagnoli, sarebbe una vera impresa.
Ore 13:00. La Spagna segna il secondo gol e io scelgo l’opzione camera solitaria, hamburger, coca cola e patatine. Nell’intervallo della partita vedo il faccione ripulito di Alexi Lalas, ormai commentatore per ESPN, sconsolato dalla nostra pochezza e pronto a celebrare il successo spagnolo. Alexi “vecchio scarpone” come ti cantavano i tifosi del Padova, dov’è finito l’uomo rock che una volta dichiarò in conferenza stampa “io pensi che il signor Zeman è un vaffanculi”. Almeno tu dammi una speranza.
Ore 13:20. Inizia il secondo tempo. Ovvero, una lunga agonia. Nonostante tutto non riesco a staccarmi dallo schermo. Morso dopo morso, patatina dopo patatina, arrivo al triplice fischio. Almeno questa volta non c’è nulla su cui recriminare. Ha vinto il più forte. Volendo trovare il pelo nell’uovo, gli iberici potevano fermarsi dopo il terzo gol. Infierire su un avversario bollito e in inferiorità numerica non è stato elegante. Alla prossima…
Ore 15:00 Il pomeriggio è appena iniziato e per tirare su il morale opto per una gita a Lake Powell. Uscito dalla camera, incrocio dopo pochi passi tre ragazzini tedeschi in canotta, bermuda e birkenstock, rossi come peperoni, bruciati dal sole dell’Arizona. Mimano la “posa Balotelli”. Forse hanno preso troppo sole. Da quello che intuisco in Germania l’Hulk bresciano va di gran moda. Valli a capire…

Ore 17:30. Lake Powell. Affacciato al parapetto di un battello fluviale, mi godo il sole e l’aria fresca del pomeriggio. Un altro tedesco, mi sorride con aria beffarda. “Ahi, ahi, Italia”. Lo guardo, ricambio il sorriso. Poi fotografo le sue calzature. Ecco perché non ci batterete mai.

@lg.fiore

Diamo a Cesare almeno qualcosa

Due parole su Claudio Prandelli dopo questo Europeo bisogna spenderle.

Non è entrato nel breve elenco di CT azzurri che hanno vinto Mondiali o Europei: Pozzo, Valcareggi, Bearzot e Lippi. Ha eguagliato Sacchi e Zoff, anche loro arrivati in finale al primo tentativo (Sacchi poi continuò, senza risultati; Zoff si dimise per una frase di Berlusconi sulla mancata marcatura di Zidane, che non aveva toccato palla, in finale: come se Monti l’altra sera l’avesse cazziato in diretta tv per non aver messo Giovinco).

Compirà 55 anni ad Agosto. Possiamo dire sia non più un giovanotto, considerando che in serie A più vecchi di lui ne troviamo 4: Zeman, Ventura, Sannino (per 3 mesi) e Guidolin.
Molta gavetta nella sua carriera, partendo dall’Atalanta, dove aveva finito come calciatore, dopo parecchi anni di panchina alla Juve. Lecce, Verona, Venezia (un esonero di Zamparini non si nega a nessuno) poi il salto col Parma, dove fa molto bene, lanciando Adriano nel grande calcio. Un mese alla Roma del post-Capello, lasciata per la malattia della moglie, poi sbarca a Firenze, dove rimane 5 anni, con ottimi risultati. Approda alla Nazionale del post Mondiale sudafricano, il peggiore della nostra storia, chiuso senza vittorie, nonostante un girone facilissimo. Non trova grandi fuoriclasse, tranne nei rispettivi ruoli Buffon, Pirlo e De Rossi. Attorno comprimari, anche di qualità come Marchisio, Chiellini, Barzagli: il blocco Juventus, specialmente dopo lo scudetto del 2012, la fa da padrone. In attacco vengono meno Gilardino (il suo pupillo), Giuseppe Rossi, Pazzini, Borriello, con Cassano in dubbio fino all’ultimo per un problema al cuore. Cassano che Lippi aveva tenuto fuori nei suoi 2 Mondiali. Alla fine se lo porta, e si porta anche Balotelli, con diversi problemi durante l’annata, fregandosene del codice etico (codice che non applica nemmeno nei confronti della nuova fidanzata, che ha il piercing al naso). Quindici giorni prima dell’Europeo scoppia anche Calciopoli 2, la vendetta. Mauri era rimasto fuori dalle ultime scelte, ma Criscito è implicato, e così Bonucci. Lascia a casa solo il primo. Una volta partiti, scoppia anche la grana delle scommesse di Buffon. Girone non facile, lo passiamo grazie al mancato biscotto fra Spagna e Croazia (sono certo che in quel momento gli spagnoli si mangiarono le mani). Buona partita contro l’Inghilterra, vinta ai rigori, ottima contro la Germania, battuta in maniera più ampia di quanto non dica il 2/1 finale. In finale ci trita la Spagna di Del Bosque, che ha solo 7 anni più di lui, ma sembra suo nonno, e che ha ottenuto la doppietta personale Mondiale-Europeo, mai accaduta a nessuno in carriera. La sua idea di gioco è il 4-4-2 di qualità, nel senso che pretende che tutti partecipino alla manovra, terzini compresi. Si porta nella spedizione anche Maggio e Balzaretti, suoi ex giocatori, che aveva lasciato partire.

Da allenatore, ad oggi, ha vinto solo un Torneo di Viareggio nel 1993 con l’Atalanta, la squadra di Morfeo e Tacchinardi. Poi un campionato di B con il Verona, e niente più. La finale dell’Europeo non è un trofeo, ma è comunque il risultato più importante ottenuto in carriera, senza dubbio. Ha detto che rimarrà, la sfida dei Mondiali brasiliani è troppo ghiotta per essere persa. Forza Cesare. Ti aspettiamo a Rio.

@aletozzi

Super Mario

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Non riesco a trovare un giocatore simile a Mario Balotelli. Non è una prima punta, non è una seconda punta, né un trequartista. Ma segna da prima punta, corre da seconda punta e fa assist da trequartista. Quando vuole…

Mentre dopo la doppietta di ieri pensavo a un giocatore con le sue caratteristiche nella storia del calcio italiano (non l’ho trovato, comunque), ho cominciato a canticchiare dal nulla la canzone di Dalla “Nuvolari”, che fa così: “Nuvolari è bruno di colore, Nuvolari ha la maschera tagliente; Nuvolari ha la bocca sempre chiusa, di morire non gli importa niente; Corre se piove, corre dentro al sole; Tre più tre per lui fa sempre sette; Con l’alfa rossa fa quello che vuole dentro al fuoco di cento saette!”

C’è dentro Balotelli, almeno in parte. Perché nemmeno Balotelli ha capito ancora bene chi è, dove può arrivare. Dove vuole arrivare, forse. Balotelli è quello odiato in tutti gli stadi del mondo, a volte anche dai suoi stessi tifosi. È quello cui la curva lancia le banane, oppure gli urla ridendo “se saltelli muore Balotelli”, o gli dedica striscioni irriverenti. È quello preso a calci da dietro in una finale di Coppa Italia per dargli una lezione (da che pulpito, da che pulpito…). È quello che zittisce una curva che gli fa buh dopo un gol, e l’opinione pubblica gli dà addosso perchè non si fa, non ci si può abbassare al livello dei tifosi. È quello che nemmeno i compagni di squadra riescono a capire, per quanto è lunatico (Maradona, ad esempio, i suoi compagni lo amavano tutti alla follia). È quello che non esulta, mai, dopo un gol, e una volta che lo fa ne parla tutto il mondo. È lo sciupafemmine inseguito dai paparazzi, cui fornisce sempre un titolo a effetto, che poi va a baciare la mamma dopo la doppietta alla Germania, anche quello è un titolo a effetto.

Balotelli è Super Mario, da sempre. Il ragazzo ghanese abbandonato in un ospedale, e poi adottato da una famiglia bresciana. È il calcio di domani, è la società di domani, è il domani. Lasciatelo giocare in pace. Almeno fino a domenica…

@aletozzi