London calling – day 7

Strane sensazioni oggi. Da un lato tifare per gli italiani, nel bene e nel male; dall’altro abbandonarsi agli sport più disparati, anche se nessun azzurro aveva chance di medaglia. Canoa, scherma, ciclismo, ginnastica…è come se un telecomando impazzito decidesse per te guardando la Rai. Fermo restando la follia che Rai Sport 1 non trasmetta nulla durante i Tg, sono contento di non avere Sky e i suoi 10 canali perché avrei fuso il telecomando in tre giorni. Ci sono sport olimpici, e nulla più, purtroppo per loro. Ci sono sport che non hanno nulla di olimpico, sono qui per sbaglio. Ci sono sport che non sai perché non hanno più fortuna, visto che gli italiani vanno fortissimo, altri che invece vanno bene anche se gli italiani quasi non esistono.

Il fotogramma del giorno è la mano del nuotatore Adrian che per un centesimo batte quella di Magnussen nei 100 stile libero. 1 cm, forse 2, per un oro; una mano che si protende meglio di un’altra. Caso, bravura, o forse il destino chissà. Comunque le due mani protese sono l’istantanea del giorno.

Quella di casa Italia è la vittoria di Molmenti, nel giorno del suo compleanno, chiamato da Napolitano al cellulare. Uno sport assurdo pagaiare in mezzo alle rapide dovendo passare delle porte, alcune delle quali al contrario; uno sforzo incredibile della durata di un minuto e mezzo, sballottati dalle onde, e quindi anche dal caso. La cosa che più si nota al traguardo è la complicità fra gli atleti, che è come se fossero dieci amici che vanno a fare una scampagnata insieme e applaudono chi dei dieci sia il più bravo: c’è sempre molto da imparare – come spirito, e non solo – dagli sport dilettantistici, che poi tanto dilettantistici non sono, visti gli sforzi per allenarsi e competere in giro per il mondo. Un venezuelano batte un italiano campione nel mondo nei quarti, e vince la medaglia d’oro nella spada. Nuovi paesi avanzano, quelli vecchi non mollano. E’ bello anche così. Si globalizza anche lo sport, pur dominato da Cina e Usa nella maggior parte delle discipline ormai. Si globalizza anche l’esultanza: ieri un cinese esultava come un napoletano dopo una vittoria nella scherma. Cittadini del mondo olimpico, in fondo. Negli sport di squadra, alla fine i conti tornano sempre, vanno avanti le più forti. Non è così nel calcio però: già fuori la Spagna, l’Uruguay, la Svizzera; dentro Giappone, Honduras, Egitto, Corea. E’ sport fuori contesto, ripeto. Lo è anche il basket Nba, in verità, ma è come se gli Ufo calassero con un’astronave sul palazzetto dello sport, oggi hanno battuto la Tunisia di 50 punti, immagino sbadigliando. E’ stato divertente anche vedere il primo set di volley femminile fra Italia e Gran Bretagna, giocato punto a punto, quando fra le due squadre ci sono tre categorie di differenza. E nel volley il tifo non può bastare a colmare un simile gap.

L’ultimo pensiero non è per la Pellegrini, ma per il beach volley: viste ieri sera 10.000 persone e oltre assistere a una partita Italia-Austria giocata fino a mezzanotte: fermo restando il massimo rispetto per il beach, davvero qualsiasi cosa diventi sport olimpico diventa oro.

@aletozzi

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