Etichettato: Capello

Edicola Mondiale – dia 22

11.7

Basta un giorno senza partite per essere risucchiati nel vortice del calciomercato. Puntuale come le zanzare e i servizi al TG1 su come difendersi dalla calura estiva, il calciomercato nutre ormai da tempo immemorabile l’ego del tifoso medio. Tra luglio ed agosto sono tutti campioni d’Italia. Interviste, notizie, le fantomatiche “bombe”, di tutto di più. E quando inizia il campionato quasi dispiace che sia finito. Ora con i social anche i calciatore comunicano direttamente con i tifosi. Fanno vedere dove vanno in vacanza, il nuovo taglio di capelli, il nuovo cagnolino, ecc. ecc. Peccato ci sia ancora un coppa mondiale da assegnare. Tranquilli tra una settimana sarà tutto finito.

“Hai visto che buona parte degli allenatori delle squadre eliminate al primo turno sono stati tutti sollevati dall’incarico o si sono dimessi. Il Mondiale non perdona”

“Credo sia normale e fisiologico che chi fallisca, diciamo tra virgolette, se ne vada o venga mandato. Guarda Capello che deve andare a spiegare alla Duma cosa è successo. Se perdeva tutte le partite cosa facevano? Lo fucilavano in Piazza Rossa?”

“Per i soldi che gli danno magari poteva succedere. 8 milioni credo, mica patatine!”

“Ma nessuno li ha obbligati, lo hanno scelto loro in prospettiva 2018. Vediamo se lo confermano. Magari decidono di fucilarlo durante l’intervallo della finale mondiale. Farebbe audience e anche Blatter sarebbe contento.”

@lg.fiore

Edicola Mondiale – dia 16

Newsstands

Come volevasi dimostrare, i tedeschi di biscotti non ne fanno. Portoghesi & co. tornano a casa mestamente rimandando i sogni di gloria alla prossima edizione. Anche il “milionario” Capello torna a casa con le pive nel sacco. Una buona Algeria riesce a fermarlo e a raggiungere la Nigeria negli ottavi. Se ci fosse riuscita anche la Costa d’Avorio, in un girone non impossibile, sarebbe stato un risultato incredibile, ma resta comunque il record di squadre africane negli ottavi di finale. Anche il passaggio di tutte le top sudamericane è un chiaro segnale su quale sarà il destino della coppa. Lasciare il Sudamerica? Non ci pensano nemmeno. Si dovrà solo capire su che volo continentale imbarcarla…

“E con Capello si chiude il filotto italiano. Nazionale, Zaccheroni e Capello. Tutti a casa! Resta solo Rizzoli, ma non lo vedo bene.”

“E ora?”

“Ora ci divertiamo… Per come sono gli accoppiamenti vedo le Sudamericane favorite, la Francia sorpresa con Olanda e Germania semifinaliste sicure. Ora mi studio gli accoppiamenti e domani ti dico come vanno a finire.”

“Occhio, studia bene che di figure barbine ne hai già fatte!”

“Tranquillo…”

@lg.fiore

Edicola Mondiale – dia 7

edicola mondiale 1

Notte prima degli esami. Il suo il Messico lo ha superato alla grande, gettando una nazione nello sconforto e privando il gruppo verdeoro delle sue certezze. Lo 0-0 è perfetto per consentire ai messicani di continuare a credere nel passaggio del turno. La Russia di Capello pasticcia non poco, ma si salva, mentre il Belgio del parruccone Fellaini rimonta e batte l’Algeria.

“Brasil, ra ta ta ta ta ta, Brasil, Brasil, hai visto che figura? Sono contento per i messicani, modello Speedy Gonzales! Scappavano da tutte le parti!

“Però anche il portiere ci ha messo del suo. Senza i suoi interventi sarebbe stato tutto diverso.”

“Lui stava lì per parare e ha parato, ha fatto il suo, mica ha fatto gol. In quel caso sarebbe stato straordinario. Invece quello russo lo vedo già in Siberia, poveretto. Bella papera.”

“E il Belgio?”

“Forte quel parruccone! Gioca nel Manchester, mi è sempre piaciuto, soprattutto per il taglio di capelli, sembra Napo Orso Capo!
Per stasera prevedo divertimento. Se la Spagna non vince… Bye bye.
Mentre l’Olanda dovrebbe andare liscia con l’Australia. Vamos

@lg.fiore

Edicola Mondiale – dia 6

edicola mondiale 8

“Über Alles”. La Germania è sempre la Germania. Questo è una delle poche certezze dei Mondiali. Mamma Merkel sarà contenta. Unica nota di spicco in una giornata in cui tra Stati Uniti, Nigeria, Iran e Ghana a mettere insieme una squadra decente si fa gran fatica. Per resto si attende di veder il Belgio e la Russia di Capello, poi si ricomincerà il giro con il Brasile.

“Hai visto qualche partita ieri o sei rimasto su Sky tutta la serata insieme ai Pionieri?”

“Ieri ho visto i Panzer. Che spettacolo, anche se penso che in una partita secca li possiamo fregare. Perché quello che ci frega sono i calcoli. Quando siamo con le spalle al muro tiriamo fuori il nostro meglio. O dentro o fuori. Ho visto che quest’anno per fare le previsioni hanno tirato fuori il cammello, la tartaruga, e il porcellino d’India. Come il polpo Paul non ci sarà nessuno, ne aveva indovinati otto su otto, incredibile!”

“E stasera?”

“Mi vedo il Brasile delle meraviglie, anche se con il Messico non sarà una passeggiata e se non dormo la Russia di Capello. Spero che Don Fabio faccia la sua figura, anzi ne sono convinto. Sennò Putin lo manda in Siberia. Dovrebbero vincere comunque tutte e due.” Do svidaniya.

@lg.fiore

London calling – day 14

Non possiamo sperare che la vicenda Schwarzer finisca. Possiamo solo sperare che se ne parli un po’ meno grazie a qualche medaglia d’oro degli azzurri. È arrivato il momento dei tornei di squadra, che rimangono fra le medaglie più belle delle Olimpiadi, quelle che oltretutto definiscono davvero un movimento rilevante. L’Italia al femminile è uscita ai quarti nella pallanuoto (ci stava), e nel volley (molto meno, eravamo decisamente favorite contro la Corea del Sud); le due compagini di beach volley sono uscite ai quarti, le donne contro le campionesse Usa che poi hanno rivinto, gli uomini contro una coppia di olandesi ex campioni olimpici di volley.

In alcuni sport non siamo mai pervenuti (non so quali risultati possa vantare la nazionale italiana di pallamano, per non parlare dell’hockey su prato), nel calcio non ci siamo qualificati, ci rimangono volley e pallanuoto maschile. Oggi, a rasserenare il clima pestilenziale della conferenza del nostro marciatore, ci hanno salvato loro.

Il volley ha battuto in tre set, tutto sommato anche senza soffrire troppo, i campioni olimpici statunitensi, che avevano vinto il girone: non grandi individualità, ma ottima compagine. L’Italia, dopo un girone balbettante, ha fatto una grande partita ed è passata. Sul 23 pari del primo set, l’arbitro ha considerato buona una battuta americana fuori di 30 cm. In altre occasioni saremmo usciti di testa e di partita, in questa siamo rimasti lì, e abbiamo fatto la nostra partita. La nazionale di volley è guidata da Mauro Berruto, ex allenatore della Finlandia, uno che ha come frase esistenziale una di Coelho “bisogna rischiare. Capiremo perfettamente il miracolo della vita quando permetteremo all’inaspettato di accadere”. Uno che ha scritto 2 libri di sport sotto forma di romanzi e non come libri tecnici, e che sul suo sito personale mette Oceano Mare di Baricco come il libro della vita. Uno che ai cambi di campo non parla quasi mai di tattica. Insomma, uno diverso: non so dove ci porterà questo mister, ma sicuramente ha un approccio diverso con il volley e con la vita.

La pallanuoto ha battuto i tricampeon olimpici ungheresi dopo una bella partita, sofferta al punto giusto, ma sempre comandata. In nazionale abbiamo un cubano naturalizzato, un ex australiano, un ex croato e uno nato a Budapest. Nel volley i due schiacciatori sono Lasko, polacco naturalizzato, e Zaytsev, figlio di due atleti russi che si sono trovati a giocare, e poi vivere, in Italia. L’allenatore è Sandro Campagna, grande giocatore, che ha allenato anche la Grecia. Vedere Scariolo allenare la Spagna di basket, Damilano la marcia cinese, Messina e Pianigiani due delle più grandi squadre del mondo nel basket. Capello, Lippi, Mancini, Ancellotti, Spalletti e tutti gli altri nel calcio, fa pensare che la scuola italiana è ormai parte di un tutto, pur mantenendo le sue prerogative nei singoli sport. Sentire Zaytsev che parla umbro stretto, e nella panchina bulgara un allenatore pugliese che insulta i giocatori in italiano, fa quasi pensare che il concetto di nazione da tifare sia venuto meno. Non è così. Ed anzi, le medaglie negli sport di squadra sono le più belle, che vengono dopo partite combattute che durano 2 ore, e magari non dopo una prova agli anelli che dura 1 minuto (con tutto il rispetto per gli anelli). E speriamo di vincere anche le due semifinali, sarebbe un bel risultato per il nostro sport, soprattutto per il nuoto, tanto vituperato in queste Olimpiadi.

Oggi mi ha colpito un servizio Rai, di passaggio fra una partita e l’altra. C’era la Cagnotto sul trampolino, i suoi tuffi, le sue lacrime, e immagini di bambina che si mischiavano a quelle di adulta, sempre abbracciata e consolata dal padre, con in sottofondo la canzone La Cura di Battiato. Non si poteva non commuoversi. Esattamente come alla conferenza stampa di Schwarzer, alle sue lacrime a dirotto pensando alla madre che doveva aprire la porta a quelli del Coni, e lui che dentro di se voleva urlarle che non c’era per evitare il controllo, ma poi non ce l’ha fatta, bloccato dai mostri che aveva dentro. Siccome, come detto, coltivo una passione smodata per i perdenti, queste Olimpiadi sono della Cagnotto, della Ferrari, della Pellegrini e di Schwarzer. Ognuno perdente a modo suo. Ognuno vincente a modo suo. Figli diversi di quella strana nazione che è l’Italia. Lacrima. Bandiera sullo sfondo. Dissolvenza.

@aletozzi