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Diamo a Cesare almeno qualcosa

Due parole su Claudio Prandelli dopo questo Europeo bisogna spenderle.

Non è entrato nel breve elenco di CT azzurri che hanno vinto Mondiali o Europei: Pozzo, Valcareggi, Bearzot e Lippi. Ha eguagliato Sacchi e Zoff, anche loro arrivati in finale al primo tentativo (Sacchi poi continuò, senza risultati; Zoff si dimise per una frase di Berlusconi sulla mancata marcatura di Zidane, che non aveva toccato palla, in finale: come se Monti l’altra sera l’avesse cazziato in diretta tv per non aver messo Giovinco).

Compirà 55 anni ad Agosto. Possiamo dire sia non più un giovanotto, considerando che in serie A più vecchi di lui ne troviamo 4: Zeman, Ventura, Sannino (per 3 mesi) e Guidolin.
Molta gavetta nella sua carriera, partendo dall’Atalanta, dove aveva finito come calciatore, dopo parecchi anni di panchina alla Juve. Lecce, Verona, Venezia (un esonero di Zamparini non si nega a nessuno) poi il salto col Parma, dove fa molto bene, lanciando Adriano nel grande calcio. Un mese alla Roma del post-Capello, lasciata per la malattia della moglie, poi sbarca a Firenze, dove rimane 5 anni, con ottimi risultati. Approda alla Nazionale del post Mondiale sudafricano, il peggiore della nostra storia, chiuso senza vittorie, nonostante un girone facilissimo. Non trova grandi fuoriclasse, tranne nei rispettivi ruoli Buffon, Pirlo e De Rossi. Attorno comprimari, anche di qualità come Marchisio, Chiellini, Barzagli: il blocco Juventus, specialmente dopo lo scudetto del 2012, la fa da padrone. In attacco vengono meno Gilardino (il suo pupillo), Giuseppe Rossi, Pazzini, Borriello, con Cassano in dubbio fino all’ultimo per un problema al cuore. Cassano che Lippi aveva tenuto fuori nei suoi 2 Mondiali. Alla fine se lo porta, e si porta anche Balotelli, con diversi problemi durante l’annata, fregandosene del codice etico (codice che non applica nemmeno nei confronti della nuova fidanzata, che ha il piercing al naso). Quindici giorni prima dell’Europeo scoppia anche Calciopoli 2, la vendetta. Mauri era rimasto fuori dalle ultime scelte, ma Criscito è implicato, e così Bonucci. Lascia a casa solo il primo. Una volta partiti, scoppia anche la grana delle scommesse di Buffon. Girone non facile, lo passiamo grazie al mancato biscotto fra Spagna e Croazia (sono certo che in quel momento gli spagnoli si mangiarono le mani). Buona partita contro l’Inghilterra, vinta ai rigori, ottima contro la Germania, battuta in maniera più ampia di quanto non dica il 2/1 finale. In finale ci trita la Spagna di Del Bosque, che ha solo 7 anni più di lui, ma sembra suo nonno, e che ha ottenuto la doppietta personale Mondiale-Europeo, mai accaduta a nessuno in carriera. La sua idea di gioco è il 4-4-2 di qualità, nel senso che pretende che tutti partecipino alla manovra, terzini compresi. Si porta nella spedizione anche Maggio e Balzaretti, suoi ex giocatori, che aveva lasciato partire.

Da allenatore, ad oggi, ha vinto solo un Torneo di Viareggio nel 1993 con l’Atalanta, la squadra di Morfeo e Tacchinardi. Poi un campionato di B con il Verona, e niente più. La finale dell’Europeo non è un trofeo, ma è comunque il risultato più importante ottenuto in carriera, senza dubbio. Ha detto che rimarrà, la sfida dei Mondiali brasiliani è troppo ghiotta per essere persa. Forza Cesare. Ti aspettiamo a Rio.

@aletozzi