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London calling – day 12

La notizia ufficiale del giorno è che non ci si dopa, non bisogna umiliare lo sport; quella ufficiosa è che si può fare, ma l’importante è non farsi beccare, e se ti debbono beccare gli altri è meglio che ti elimino io prima ancora che gareggi.

Il Coni decide di far fuori Alex Schwazer, l’unica medaglia probabile dell’atletica, per far piazza pulita del doping; Alex, beccato a un controllo del 30 Giugno, ha già detto che è tutta colpa sua e che la sua carriera è finita.

Io non so quanti atleti in gara alle Olimpiadi si dopino, e non vengano colti in fragrante, per diversi motivi. Non credo siano affatto pochi, anzi. E credo che alcuni risultati siano frutto di un doping ancora peggiore, quello della “crescita”, che probabilmente scompare nel tempo, ma determina la potenza di un atleta (magari sto dicendo cose inesatte tecnicamente, ma la vedo così). So quello che ha passato Pantani, il più forte del mondo, da dopato o da normale, che ha pagato con la vita lo sforzo di rimanere al livello degli altri, che vedeva sfrecciar via quando magari erano 3 categorie sotto di lui.

Ma è lì che la Federazione deve colpire i cattivi maestri. Il nemico non può essere (solo) l’atleta sotto tiro, ma il Professore di turno che ti fornisce il medicinale adatto, e il contromedicinale per non essere beccato. Schwarzer pagherà, carissima, questa stupidata: via dalla Nazionale, via dai carabinieri, via dalle pubblicità. Speriamo gli rimanga almeno la fidanzata…certo che se dobbiamo pensare a qualcuno serio nel nostro Paese, chi lo è più di un carabiniere atleta altoatesino? Eppure le apparenze ingannano, come sa bene l’allenatore della palestra di Maddaloni, provincia di Caserta, che ha fornito 3 pugili olimpionici alla nazionale, perché lì a Maddaloni la boxe serve ad avere un’alternativa.

Oggi 3 belle medaglie. Emozionanti, sofferte, meritate. E talmente bravo che fa diventare tutto facile il toscano Campriani, che spara da ingegnere. Un peccato Fabbrizi nel double trap maschile, argento dopo lo spareggio; un bel successo il bronzo negli anelli di Morandi, visto che la ginnastica è sport quasi dimenticato, dove solo ogni 10/15 anni nasce un grande, e la concorrenza nel mondo (e nelle giurie) è tanta.

Ecco, le giurie. Tuffi, pugilato, ginnastica, ma anche altre discipline sia pure in maniera minore, sono nelle mani di arbitri figli del “divide et impera” che alla resa dei conti lirendi dopati esattamente come Schwarzer, con l’aggravante del dolo. Solo che il nostro atleta è il male del mondo e domani sarà in prima pagina su tutti i giornali del mondo; del giudice nessuno sa nemmeno chi è, e decide l’esito di gare e di medaglie né più né meno che l’Epo.

Non so se, da atleta, sia peggio perdere una medaglia per colpa di un parruccone o dell’epo dell’atleta avversario. So che la Cagnotto e Busnari, certamente, non dormiranno per molti giorni pensando che qualche simpatico e anonimo giudice del Wisconsin ha deciso, con mezzo punto in più o in meno, 4 anni della loro vita: l’atleta dopato, almeno, lo posso vedere in faccia a fine gara.

@aletozzi