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Il mio nome è Fayçal

Bizerta

Qual è la mia storia? È una storia d’atleta, vissuta agli inizi degli anni ’80 a Bizerta in Tunisia. I ricordi? Sono molti. Tra i tanti voglio dedicarne uno a mio fratello Nacer. Nacer Zaouali, un atleta come pochi, aveva praticato tutte le disciplina dell’atletica con successo fino alla medaglia d’oro del salto in alto ai campionati africani del 1985. Quel giorno, a Tunisi, Nacer volò oltre i due metri e dieci centimetri. Io e la mia Canon AE1 catturammo l’immagine dell’uomo uccello.

A Nacer piaceva tanto andare in alto quanto spingersi verso gli abissi marini. Un giorno a novanta metri di profondità trovò il suo mondo ideale e decise di non tornare più da noi. Amo ricordarlo ogni volta che guardando l’orizzonte, fisso il punto che divide l’azzurro del cielo dal grande blu del mare.

Ho praticato atletica fino al 1983 con i miei amici Faouzi, Slim, Noureddine, la bellissima Hela e Boutheina che faceva impazzire tutti in una città. Bizerta, pulita, bella, quattro sale cinematografiche, una spiaggia viva e giovane. Le mie due sorelle facevano danza moderna e mio fratello Mourad stava compiendo il suo primo giro del mondo. Portare la barba era una semplice scelta. Oggi siamo invasi da orribili barbe senza baffi. Sono comunque fiducioso per il futuro dei miei tunisini.

PS. Il mio muro preferito di Bizerta, dove attaccavano i manifesti delle sale cinematografice, oggi è un semplice muro cieco.

@Fayçal

London calling – day 6

Nessuna medaglia oggi per l’Italia. La mia personale la metto sul collo di Andrea Baldini, fiorettista livornese. Escluso nel 2008 per l’uso di un diuretico dalle Olimpiadi di Pechino, è arrivato qui in sordina dietro gli altri due italiani, accreditati più di lui per la vittoria. Persa la semifinale col cinese, che poi vincerà, combatte per il terzo e quarto posto col coreano. E qui succede una cosa strana: sin da subito Baldini si lamenta visibilmente che il corpetto del coreano non funziona, e quindi non segnala la sua eventuale stoccata. I giudici inizialmente non gli danno credito, e solo sul 6/3 per il coreano si accorgono che qualcosa non va e cambiano il corpetto. Sul 14/14 Baldini perde per una stoccata perfino dubbia, che forse va a compensare la Corea della beffa di ieri, con l’atleta piangente per un’ora sulla pedana: ci sono tutti gli ingredienti per fare di Baldini il Dorando Pietri di questa edizione. Essendo poi livornese, non voglio pensare alle bestemmie che avrà tirato negli spogliatoi… Peccato anche per l’egiziano, che batte i migliori al mondo e poi perde in finale col cinese: vincendo sarebbe stato eroe del continente alla pari con Mandela, è il primo africano a vincere una medaglia nella scherma.

Nello skeet, disciplina dove spesso vinciamo, in finale il nostro atleta sbaglia due colpi di seguito, e perde una possibile medaglia, dopo una bella rimonta. La cosa più incredibile però avviene nel post-gara: l’atleta danese, allenato da un ex campione italiano, dedica il suo sorprendente secondo posto ai lavoratori dell’Ilva di Taranto ed ai loro problemi, perché il suo allenatore è tarantino, e d’inverno si vanno ad allenare proprio dentro ai capannoni dell’Ilva.

Accade di tutto nel nuoto. Phelps perde dopo 12 anni la sua gara con un sudafricano, che esulta mentre lui si toglie la cuffia e sgattaiola via, per presentarsi venti minuti dopo alla finale della 4×200 e vincere la sua diciannovesima medaglia, record assoluto dei giochi. Perde la Pellegrini, perde Magnini, ora la gente li guarderà perfino male, è questo il destino degli atleti, altare e polvere; anche letto giornali e tv nel loro caso, ma sarebbe ingeneroso sfotterli. Anche se la Pellegrini nuotando malissimo fa due quinti posti, un risultato non da buttare in assoluto, a pensarci.

Un ultimo pensiero per i Pescante. Il figlio, Riccardo, appare in tv commentando un improbabile partita di hockey su prato femminile fra Belgio e Cina per un lunghissimo quarto d’ora, evento del quale non si sentiva il bisogno, considerando che la Rai buca clamorosamente una serie di eventi ben più interessanti; il padre, Mario, vecchia gloria del CIO insieme all’immarcescibile Carraro, appare nella premiazione della gara dei 200 stile libero, quella della Pellegrini, che si era scelto per fare una personale passerella a costo zero: complimentoni.

Ps. Dopo 4 giornate, la Gran Bretagna non ha vinto ancora una medaglia d’oro. Già si da la colpa a Cameron di portare jella, e molte teste cadranno (erano previste un centinaio di medaglie) siamo a 4.

@aletozzi